In Puglia la coltivazione della vite ha origini antichissime tanto che la qualità e bontà del vino di questa terra vengono lodati durante l'occupzione romana dai poeti Orazio e Plinio il Vecchio.
Nel territorio pugliese possiamo distinguere cinque zone, con diversa vocazione vitivinicola, che da Nord a Sud sono: il Gargano, il Tavoliere, le Murge, il Salento, ai quali si aggiunge il subappennino Dauno.
Attualmente in Puglia si coltivano circa 104000 ettari di vigneto dislocati per la maggior parte in territorio pianeggiante, tra i vitigni prevalgono quelli a bacca rossa che coprono circa l'80% dell'area coltivata. Tra questi il più diffuso è il negro amaro seguito dal primitivo, che sembrerebbe imparentato con il californiano zinfandel.
I vitigni più diffusi si possono suddividere in tre zone:
- a nord di Bari troviamo il bombino, l'uva di Troia, sangiovese e montepulciano;
- al centro verdeca e bianco d'Alessano;
- al sud negro amaro, primitivo e malvasia nera.
Oltre a queste varietà autoctone sono presenti altri vitigni come lo chardonnay, il sauvignon, falanghina, pinot bianco e pinot nero.
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