Viticoltura e pastorizia sono da sempre le principali e più tradizionali attività economiche regionali. Sono destinati alla viticoltura circa 37000 ettari dislocati per il 90% sulle colline preappenniniche in coltura specializzata, mentre il restante della coltivazione avviene in montagna.
Attualmente circa la metà della base ampelografia è costituita da Montepulciano, mentre per il resto la viticoltura regionale è indirizzata verso la riscoperta e la valorizzazione di vitigni tradizionali ed autoctoni quali trebbiano abruzzese, bombino bianco, pecorino, cococciola, malvasia bianca e passerina.
La coltivazione del vitigno montepulciano ha un posto di rilievo, perchè più di altri esprime la forza di un territorio da sempre vocato a questa coltura, si adatta alla variazioni ambientali, prediligendo zone siccitose e terreni molto compatti. Le aree di secolare tradizione viticola (colli tra il Tronto e il Vomano, vallata Peligna, Aterno, altopiano di Capestrano, valle di Tirino e parte della valle del Tirino) consentono di ottenere dallo stesso vitigno vini strutturalmente diversi.
Dai vigniti rivolti verso il mare si ottiene soprattutto Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo, con i caratteristici profumi dei fiori di montagna.
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