La coltivazione della vite nella regione campana risale a prima del XII secolo a.C., quando gli etruschi e poi i greci si insiediarono in quelle terre trovando popolazioni che già coltivavano la vite.
Del territorio campano, in prevalenza collinare, la superficie colivata a vigneto è di circa 30000 ettari.
Attualmente i vitigni più coltivati a bacca rossa sono: aglianico, barbera, sangiovese, piedirosso, montepulciano, merlot ed altri tracui greco nero, primitivo e ciliegiolo.
Mentre tra quelli a bacca bianca troviamo falanghina, coda di volpe, fiano, greco, pignoletto, malvasia bianca, manzoni e trebbiano.
altri vitigni autoctoni, diffusi per lo più sull'isola di Ischia e nel napoletano sono bianconella, falanghina, forastera e per' 'e palummo o piede di colombo.
Alcuni dei vigneti coltivati in Campania hanno origini antichissime come l'aglianico e il greco, che derivano dalla vite ellenica introdotta dai greci, mentre il fiano sembra abbia origini ancora più remote risalenti ai Fenici.
In ogni provincia campana è possibile trovare delle zone caratteristiche di produzione del vino. In provincia di Benevento troviamo quelle del Solopaca e Taburno insieme ai Colli del Sannio e della Valle Caudina. In provincia di Avellino troviamo le zone di produzione delle DOCG Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino. In provincia di Napoli le aree più interessanti per la viticoltura sono quelle dei Campi Flegri, della penisola Sorrentina, del Vesuvio, isole di Capri, Ischia e Procida. Infine in provincia di Salerno troviamo l'area del Cilento.
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